Rumori fuori scena

di Michael Frayn

DALLE NOTE DI REGIA

“Rumori fuori scena è un testo che appartiene al cento per cento al genere comico, così come le tragedie di Racine sono tragiche al cento per cento, e Rio Bravo è al cento per cento un western. Giusto che provochi qualche diffidenza. Siamo diffidenti infatti sia verso Racine, che nei confronti del Western. Il “comico” è un genere che obbedisce a regole strette e piuttosto antiche. Ovviamente all’interno di un genere ci sono molte sfumature, che corrispondono ad altrettante libertà che uno si può prendere in rapporto alle regole. Esistono poi almeno due mondi differenti, con due tipi di comicità differente. Questi mondi sono quello borghese e quello antiborghese. Direi che l’antiborghese è quello dei clown e dei fool (Totò e Charlie Chaplin). Anche un autore può essere un fool: Aristofane, per esempio. Quello borghese, invece, che è più recente (come la classe sociale da cui deriva la sua definizione) si manifesta attraverso dei medium meno evidenti a prima vista: non è un comico che sovverte le regole sociali o logiche (come invece fanno i clown, i fool e le maschere). Qui i personaggi sono ben integrati nella società e nella logica. Tuttavia succede loro qualcosa che li libera da ogni costrizione logica o sociale, come se il contesto si facesse improvvisamente di sostanza leggerissima, e i personaggi – a volte loro malgrado – non potessero far altro che lasciarsi trasportare nella superficie, a riparo da ogni pericolo, da ogni minacciosa profondità, da ogni peccato. Si può dire che segua le regole dell’incubo alla rovescia. Cioè un incubo con tutte le stazioni, ma che non fa paura. La prima cosa che appare in Feydeau, per esempio, è la totale mancanza di una cosa che siamo tristemente abituati a considerare il nostro consueto fardello nella vita “normale”: il senso di colpa. Aggiungo anche che si rileva la mancanza di un altro fardello: il senso di responsabilità. Borghesi che sognano se stessi in un contesto morale privo di peso. Se nel comico popolaresco il fulcro di tutto è la caratterizzazione dei personaggi, in un tipo di comico che trae origine da Feydeau è normale che gli elementi principali siano il contesto e la rapidità del meccanismo drammatico. La rapidità serve a spegnere ogni possibilità di riflessione sulle azioni commesse e sulle parole dette. Il contesto, invece, costituisce un richiamo alla normalità, apparentemente minacciata da qualche stravaganza in arrivo. (…)”
Valerio Binasco

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Rumori fuori scena

di Michael Frayn
di Michael Frayn
traduzione Filippo Ottoni
con (in ordine alfabetico)
Francesca Agostini, Valerio Binasco,
Fabrizio Contri, Andrea Di Casa, Giordana Faggiano, Elena Gigliotti,
Milvia Marigliano, Nicola Pannelli, Ivan Zerbinati
regia Valerio Binasco
scene Margherita Palli
costumi Sandra Cardini
luci Pasquale Mari
Produzione Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale
con il sostegno di Fondazione CRT

DATE 2019

Debutto
Teatro Carignano, Torino – dal 7 al 27 ottobre 2019, Prima Nazionale

30 ottobre – 10 novembre 2019 | Piccolo Teatro Strehler | Milano
12 – 17 novembre 2019 | Teatro Bellini | Napoli
20 – 24 novembre 2019 | Teatro Il Rossetti | Trieste
26 novembre – 1 dicembre 2019 | Teatro Della Corte | Genova
5 – 8 dicembre 2019 | Teatro Comunale | Bolzano
10 dicembre 2019 | Teatro Sanzio | Urbino
12 – 15 dicembre 2019 | Teatro Delle Muse | Ancona
18 – 22 dicembre 2019 | Teatro Toniolo | Mestre (VE)

Approfondimenti

Note di regia

“Il comico borghese ha personaggi animati da pensieri e desideri comuni, che abitano case normali e sono soggetti a tutti i condizionamenti sociali (famiglia, amicizia, lavoro, denaro…) ma vi si sono assoggettati di buon grado. Se nel comico antiborghese c’è qualcosa di diabolico in agguato (vedi la maschera di Arlecchino, oppure le passioni smodate che tormentano i protagonisti di Molière) nel comico borghese non c’è traccia di diabolico. In agguato non vi è nulla. Le passioni stesse, che in qualsiasi altro “genere” sono le protagoniste vere di ogni storia, dove il loro fascino sta proprio nel loro farsi “smodate” e pericolose, nel comico borghese sono assenti.”.

(V.B.)