MEDEA

da Euripide

Leonardo Lidi affronta una delle tragedie più crude e spietate dell’antichità. Medea, figura chiave della letteratura classica e simbolo senza tempo del dolore femminile, è colei che ha abbandonato la propria patria per seguire un uomo, che l’ha resa madre per abbandonarla, poi, per una donna più giovane, in nome del proprio tornaconto. Medea non ha alcun luogo o famiglia a cui far ritorno, scartata perché di intralcio a un progetto personale e politico, quello di Giasone, che esclude pietà e sentimenti. Due universi destinati ad una fatale collisione, due visioni del mondo completamente diverse – maschile e femminile – che rendono questo racconto tragico quanto mai attuale e necessario. Nella parte della protagonista Orietta Notari, che ha vinto il Premio Le Maschere del Teatro come miglior attrice non protagonista, per la sua interpretazione in Il gabbiano diretta da Leonardo Lidi.

MEDEA
da Euripide

con Orietta Notari, Nicola Pannelli, Valentina Picello, Lorenzo Bartoli, Alfonso De Vreese, Marta Malvestiti
regia Leonardo Lidi
dramaturg Riccardo Baudino
traduzione Umberto Albini
scene e luci Nicolas Bovey
costumi Aurora Damanti
suono Giacomo Agnifili
assistente regia Alba Maria Porto
Produzione Teatro Stabile Torino – Teatro Nazionale

DATE 2024

FONDERIE LIMONE MONCALIERI
2 – 21 aprile 2024 | Prima nazionale

Approfondimenti

Note di regia

“C’è una battuta, la seconda detta dalla protagonista, che ogni volta che leggo nella bellissima traduzione di Umberto Albini mi sorprende come un fulmine: «Soffro, lo capite che soffro?»
E poi, solo in un secondo momento, l’attenzione ricadrà sui figli e sulle maledizioni a loro riservate. Ma prima c’è uno stato d’animo, uno stato d’animo dettato dall’amore. Come se Cipride non avesse risparmiato neppure lei dal gioco dell’amore e del caso: Giasone non ha più attenzione per lei e lei trova il modo di farsi notare, come una bimba che non ha gli sguardi su di sé e quindi distrugge il castello di sabbia che ha appena costruito con tanta fatica, una bimba che si mette a piangere disperata e terrorizzata per la disgrazia da lei stessa generata. Lacrime sulle macerie. La distruzione di un amore. Medea è conosciuta unicamente come la madre che uccide i figli, la sua azione è talmente indicibile che, come accade anche nella contemporaneità, ha messo in ombra tutto il resto. Ecco dunque che Medea ha smesso di esistere, il nome e la storia sono stati macchiati dall’evento in maniera indelebile. A me interessa quello che c’è stato prima: mi interessa studiare la fotografia di questa donna innamorata, tradita dall’uomo che amava e, infine, abbandonata. «Soffro, lo capite che soffro?».”

(E.L.)