TUTTO IL MONDO E’ UNA CUCINA
Una giornata di lavoro nella cucina di un grande ristorante londinese. Ai fornelli e in sala cuochi e cameriere di diversa origine etnica. Razzismo e lotta di classe, amore e odio, avidità, sesso e paura.
Wesker insegna a ridere di un’umanità per la quale “tutto il mondo è una cucina”.
«La cucina è una commedia scritta per farvi vedere dei cuochi al lavoro, e per mostrarvi quanto è duro e feroce il loro lavoro, eppure quanto è bello. Mentre vedremo all’opera i cuochi e le cameriere riusciremo anche a sapere qualcosa delle loro vite. Seguiremo una o due storie d’amore. Conosceremo le speranze e i fallimenti di molti. Vedremo da vicino la violenza che nasce dalla convivenza forzata di persone straniere. Vedremo come vengono preparati i piatti in un grande ristorante “commerciale”, e forse smetteremo di fidarci di quel che dicono i menù. Vedremo come l’Europa (ovvero il Mondo) del primo dopoguerra sia così simile al nostro tempo. E vedremo come l’idea che ha guidato quel giorno del 1958 l’ispirazione di Wesker, ovvero fare del teatro un megafono per parlare del tema politicamente più rilevante della società dell’epoca: il socialismo, se sfrondata dai suoi orpelli retorici e dalle sue mode culturali, riveli di essere nel suo profondo un’idea più alta, e più poetica. Un’idea di fratellanza». (dalle note di Valerio Binasco)
LA CUCINA
Versione italiana Alessandra Serra
Scene Guido Fiorato
Costumi Sandra Cardini
Musiche Arturo Annecchino
Luci Pasquale Mari
Regia Valerio Binasco
Produzione Teatro Stabile di Genova
Interpreti Massimo Cagnina, Andrea Di Casa, Elena Gigliotti, Elisabetta Mazzullo, Aldo Ottobrino, Nicola Pannelli, Francesca Agostini, Emmanuele Aita, Gennaro Apicella, Lucio De Francesco, Giulio Della Monica, Alexander Perotto, Aleph Viola
e con la partecipazione di Franco Ravera
e Antonio Bannò, Giuseppe De Domenico, Noemi Esposito, Giordana Faggiano, Isabella Giacobbe, Martina Limonta, Giulio Mezza, Duilio Paciello, Bruno Ricci, Kabir Tavani
Approfondimenti
Binasco e Wesker per festeggiare il Teatro di Genova
“la voglia di trovare un legame, un ponte, un possibile incontro tra esseri umani.”.
(da “Gli Stati Generali” di Andrea Porcheddu)