Sogno di una notte di mezza estate

di William Shakespeare

DALLE NOTE DI REGIA

Appunti liberi

“Nel nostro spettacolo, il magico (cioè l’inspiegabile, l’imprevedibile, il demoniaco, il prepotente, l’ineludibile recondito) è l’Amore. Ecco dunque svelato che ciò che io chiamo magico: sono gli impulsi psichici, o meglio i sintomi irresistibili e del tutto irrazionali che si impongono nella mente delle persone innamorate. Questo sentimento si fonda totalmente sull’immaginazione. Quando dico immaginazione intendo proprio la facoltà (talvolta patologica) di essere soggiogati dall’immagine dell’altro/a, che trascende ogni verosimiglianza, e costruire su di essa un mondo parallelo irrazionale che coesiste con quello razionale. È una coesistenza molto difficile. Il potere che l’immagine esercita sull’innamorato è tale che il suo mondo diviene un luogo di immaginazione, e tutti i suoi sensi si mettono a servizio di questa nuova percezione del reale. Resta tuttavia ben funzionante la facoltà raziocinante (unica differenza, sembra, con i pazzi, ma è una differenza sostanziale), la quale come il Grillo Parlante di Pinocchio resta inascoltata, o – anche se ascoltata – perde per magia il suo potere persuasivo: Elena lo sa bene. È lucidissima rispetto agli inganni percettivi che violentano l’intelligenza degli innamorati, ma la sua lucidità non le serve minimamente a liberarsi dall’incantesimo di un amore malsano. Elena domanda all’Amore stesso: «Chi sei? Che cosa vuoi da me?». Naturalmente nessuno risponde. Gli innamorati vivono insomma un incubo caleidoscopico del tutto interiore, esattamente come se fosse reale. Quella allucinatoria non è un’esperienza unicamente legata all’amore, per gli esseri umani. Diciamo che la nostra specie è dotata di un certo talento per cadere nelle trappole dell’immaginario. Molti – piccoli e grandi – hanno paura del buio, per esempio. È del tutto irrazionale. Sappiamo bene, infatti, che basta accendere una lampadina e tutto passa. Ma sappiamo anche che basterà spegnere di nuovo la lampadina per essere preda dell’irrazionale/magico, e la stanza si popolerà di figure immaginarie, percepite come se fossero reali. Questo è solo un piccolo esempio di quanto siamo costantemente immersi in un mondo parallelo. L’ho fatto nel caso qualcuno potesse pensare che io sia prevenuto nei confronti dell’amore, e voglia degradarlo a “patologia dell’immaginario”. No. L’Amore è una delle tante manifestazioni del mondo parallelo in cui viviamo. Al pari degli abitanti del mondo del Buio, l’Amore è un demone.” (V.B.)

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SOGNO DI UNA NOTTE DI MEZZA ESTATE

di William Shakespeare
regia e adattamento Valerio Binasco
con (in ordine alfabetico):
Davide Antenucci, Valerio Binasco, Fabrizio Costella, Michele Di Mauro, Giordana Faggiano, Lorenzo Frediani, Olivia Manescalchi, Daniele Marmi, Nicola Pannelli, Cristina Parku, Greta Petronillo, Franco Ravera, Dalila Reas, Francesco Russo, Letizia Russo, Michele Schiano di Cola, Valentina Spaletta Tavella
scene e luci Nicolas Bovey
costumi Alessio Rosati
musiche Paolo Spaccamonti
consulenza vocale Carlo Pavese
assistente regia Giulia Odetto
Produzione Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale

DATE 2021-2022

 

TEATRO CARIGNANO

14 dic 2021 – 16 gen 2022, Torino | Prima nazionale
16 giugno – 3 luglio 2022, Torino  | “Rassegna Prato inglese”

Approfondimenti

Note di regia

“Se ne I due Gentiluomini di Verona William Shakespeare pone l’accento sulla forza-stabilità del sentimento inappagato, nel Sogno di una notte di mezza estate questo è completato da una uguale insistenza sulla forza-instabilità del sentimento appagato.”.

(V.B.)