JOHN E JOE

di Agota Kristof

NOTE DI REGIA

“John e Joe” di Agota Kristof è un testo molto poetico e struggente. Anche se è difficile non definirlo, allo stesso modo, un testo comico. Molto comico. E’ una specie di duetto lirico e clownesco (lirismo attribuibile solo all’anima dei personaggi e non alla scrittura) ed è, pur nel pieno realismo delle varie situazioni, da considerarsi quasi un testo metaforico sul denaro, la povertà, l’amicizia e la solitudine, e sul fatto che essere primi o ultimi nella società, sembra che sia solo un problema di predestinazione. I personaggi di questa commedia sono anime. Le anime degli ultimi, per l’appunto. C’è tanta bellezza e dolcezza in loro ed è per questo che il mio progetto teatrale, è più che mai orientato alla semplicità della messa in scena. Quando una scrittura è davvero grande (e Agota Kristof è di certo una grande della scrittura) l’unico lavoro importante che bisogna fare è creare “l’incanto” insieme agli attori. Mi pare una splendida opera teatrale questa che cerca di coniugare la metafora della “vita negli affari”, con i clochard-clown della tradizione, e con l’incanto delle anime semplici. Questa sintesi di poesia e d’intelligenza è spesso alla base del grande teatro contemporaneo, ed è una fantastica occasione per ridare un senso profondo al lavoro degli attori e alla gioia che tale senso profondo può regalare al pubblico.” (Valerio Binasco)

JOHN E JOE

Traduzione Pietro Faiella
Con Nicola Pannelli e Sergio Romano
Regia Valerio Binasco
Aiuto Regia Aleph Viola
realizzazione scene Mario Fontanini
in collaborazione con Narramondo Teatro e Popular Shakespeare Kompany

Approfondimenti

A proposito di John e Joe
“Clown e fool sono personaggi speciali, che prendono su di se tutto il ridicolo degli uomini senza giudicarlo, quasi senza accorgersene. La gente che li osserva si riconcilia con il ridicolo, e impara a scoprirne la bellezza”.
(Note del regista)